(di Francesca Gerosa – Milano Finanza)
Il referendum indetto da Tsipras ha trovato i mercati impreparati. “Una Grexit è ora più probabile, ma la situazione resta fluida, un accordo è ancora possibile, mentre gli investitori potrebbero avere la tentazione di acquistare mentre le borse cadono. Un massiccio sell-off sembra inevitabile nel breve termine dato che il 3-4% del net asset value delle banche è a rischio con l’allargamento dello spread”, avvertono stamani gli analisti di Mediobanca Securities.
Il mercato potrebbe anche voler verificare se la zona euro è meglio equipaggiata questa volta per “navigare la tempesta” dato il progresso fatto nel corso degli ultimi due anni per limitare il contagio. Il quantitative easing aiuterà sicuramente a contenere l’ampliamento degli spread creditizi. “Sarà dunque il mercato dei finanziamenti a mostrare quanto diverso sia questa volta. I fondi del mercato monetario Usa, il mercato interbancario e i depositi overnight della Bce saranno i barometri di qualsiasi potenziale rinnovata tensione a livello di liquidità”, si legge nella nota di Mediobanca.
L’Omt rimane una “rete di sicurezza” che i Paesi periferici possono sempre attivare, se necessario. L’esposizione della Bce alla Grecia è pari a 150 miliardi di euro, 120 miliardi di finanziamenti bancari e 30 miliardi di titoli di Stato greci. “Al netto del collaterale, questo significa una perdita potenziale sufficiente per spazzare via del tutto il capitale della Bce, costringendo le Banche centrali nazionali a ricapitalizzarla”.
Gli analisti di Mediobanca Securities si soffermano quindi sull’impatto della caos greco sulle compagnie assicurative europee che hanno comunque una bassa sensibilità all’allargamento dello spread sovrano, in quanto è l’assicurato ad assorbire parte delle perdite. Si calcola che una perdita del 10% del valore di mercato dei titoli periferici (Italia e Spagna) abbia un impatto dell’1-3% sui tangible book value, è diverso per Generali: 8% di impatto.
Per Allianz, l’esposizione dell’assicurato ai bond sovrani italiani è di 12 miliardi di euro nel vita e di un miliardo nel P&C. Gli investitori, tuttavia, sono preoccupati per l’impatto che un ampliamento dello spread potrebbe avere sulle solvibilità economiche. Nel caso di Allianz, si evidenzia che l’allungamento della durata nel primo trimestre ha ridotto l’impatto sulla solvibilità di 3 volte rispetto al 2014, quando l’impatto dell’allargamento di tutti gli spread è stato di 30pp contro gli 11pp di oggi. Su una base per azione, questo significa un impatto del 4% sulla chiusura di venerdì.
Per Zurich l’impatto di 14pp, portando a una solvibilità del 108%, non comporta un’azione del management durante l’anno, e ancora più importante, a detta degli analisti di Mediobanca, non ha effetto sulla stima di un potenziale rendimento di capitale di 3 miliardi di dollari per il prossimo anno. Il Cfo della società di recente ha presentato uno scenario con un allargamento dello spread da 100bps più titoli azionari in calo del 20% e ha confermato che il risultante livello di solvibilità economica del 106% non avrebbe inciso sui 3 miliardi di dollari di capitale in eccesso. “Generali dovrebbe quindi sottoperformare i suoi tre competitor europei in un contesto di rinnovati timori di un contagio” della crisi greca nei Paesi periferici.