(Fonte: Repubblica Affari & Finanza)
Al di là delle grandi multinazionali degli hotel sbarcate in Italia e arrivate velocemente in cima alla graduatoria per numero di stanze grazie all’acquisto della gestione da gruppi nazionali, il panorama italiano è costituito da imprese familiari cresciute in Italia e all’estero (come Boscolo, Starhotel, Alpitour e altri), da gruppi nazionali consolidati (Atahotels, Una, Orovacanze, ecc.) e da imprese familiari ben localizzate nel territorio (Bettola, Acampora, Zacchera, ecc.). Al di sotto di queste tre grandi categorie, vivono poi imprese e reti di imprese che offrono i loro servizi, più o meno specializzati. Tutti comunque ancora piccoli per competere nell’agone del numeri uno mondiali dominato da colossi come InterContinental, Marriot e Hilton.
Eppure qualcosa si è mosso a maggio di quest’anno, quando il gruppo assicurativo UnlpolSai, guidato da Carlo Cimbri, ha messo mano al portafoglio immobiliare ereditato dal gruppo Ligresti, tra le cui partecipazioni figurava anche Atahotels. La compagnia assicurativa ha chiuso un accordo per rilevare il gruppo Una dalle banche che ne hanno gestito il concordato, puntando così a creare un colosso alberghiero con 50 strutture e 8.600 camere in grado di competere almeno con i leader Italiani, posizionando fa nuova società al terzo posto, dietro a Best Western (12.600 camere) e ad Accor (8767 camere), ma davanti a NhHotel (8.239 camere) e a InterContinental (6.263 camere). Se il progetto dovesse trovare anche il supporto dei Fondo Strategico italiano, che tra le sue partecipazioni annovera già il Rocco Forte Hotels, l’Italia potrebbe avere per la prima volta un suo campione nazionale in un settore strategico per l’economia del Paese.