(di Francesca Vercesi – Corriere Economia)
Dopo lo sbarco a Londra del robo-advisor italiano. Galvani (MoneyFarm): utili anche per la previdenza
Mai come oggi i risparmiatori si stanno chiedendo come gestire la volatilità. E le risposte, proprio a fronte di mercati così complicati, sono sempre le stesse: mettere l’accento su un’asset allocation che sia coerente col proprio profilo di rischio. E, non meno importante, avere un’ottica di lungo termine. «Invece i risparmiatori vanno in panico. Escono quando i mercati scendono per rientrare quando ricominciano a salire. La Borsa non è fatta per chi ragiona in un’ottica di breve periodo e ha bisogno di liquidità immediata», commenta Paolo Galvani (nella foto), presidente di MoneyFarm, servizio di consulenza finanziaria indipendente, online e personalizzato che costruisce, attraverso un algoritmo proprietario e la presenza del team di investimento, un portafoglio di soli Etf.
Piani
La società ha appena lanciato lo stesso servizio a Londra e non esclude di aprirsi, nel futuro, a nuove soluzioni come la costruzione di un prodotto che sia di supporto nella gestione della liquidità o di uno in tema previdenziale. «Il mondo dei fondi pensione avrebbe molto senso per realtà come la nostra, ma in Italia normativa e fiscalità sono talmente complicate e in continua variazione che il settore non decolla, abituati com’erano gli italiani al pilastro pubblico. Inizieremo a farlo in Inghilterra», aggiunge Galvani che ha presentato a Milano i portafogli strategici 2016 agli investitori in occasione di un convegno dove erano presenti anche le società Satispay e InstaPartners e dove si è provato a delineare il panorama del fintech, una realtà che anche in Italia si sta sempre più definendo.
Tanto che nel solo 2015 le start up di settore hanno ricevuto finanziamenti per circa 20 milioni di euro. Precisa Galvani: «Nel ribilanciare i portafogli, dalla metà del 2015 stiamo alleggerendo la quota azionaria tanto che la nostra allocazione strategica più aggressiva oggi ha un 45% di equity (dal 75% di giugno). Va detto, però, che l’azionario non è l’unica componente rischiosa, abbiamo ridotto un po’ anche gli emergenti in favore dell’high yield europeo, abbiamo qualche periferico, un po’ di dollaro e abbiamo ridotto in parte il Giappone».
Rischio
Più in generale, l’avversione al rischio è aumentata con reazioni negative su tutti gli indici azionari mondiali. Precisa Galvani: «i risultati delle società stanno mostrando negli Usa il peggior calo degli utili dal 2009. Leggermente migliore la situazione nell’area Euro e in Giappone; banche e società energetiche sono gli osservati speciali. Le valutazioni iniziano a essere ancora più interessanti in Europa se tornerà la fiducia degli investitori ma la volatilità resta elevata». Anche il credito ha sofferto, in particolare le obbligazioni ad alto rendimento e gli spread sono aumentati a livello globale ma l’Europa si è difesa da inizio anno. «Anche in questo caso l’obbligazionario bancario e delle società energetiche è sotto pressione. Data l’assenza delle banche di investimento con la capacità di fare mercato sui titoli obbligazionari, la liquidità sul mercato dei bond corporate non è elevata e va monitorata in maniera opportuna», afferma. E conclude: «Prendiamo le varie asset class su un arco di 5/10 anni e sulla base di valutazioni macroeconomiche, volatilità, correlazione e rendimenti attesi, costruiamo le varie combinazioni. Il portafoglio più conservativo segna -0,3% da inizio anno mentre, dal 1° gennaio 2012 a oggi, guadagna l’11%. Quello più rischioso è, rispettivamente, a -2,3% e a +30%». Il portafoglio medio dei clienti MoneyFarm è di 30mila euro. Si può partire da 100 euro con un piano di accumulo fino a 3000 per un portafoglio completo. Il costo è dello 0,7% sulle masse investite.