Secondo il consigliere delegato della compagnia specializzata nell’assicurazione sanitaria, intervenuto al convegno “La sanità giusta tra pubblico e privato” (promosso da Federmanager nella giornata di apertura della VII edizione del Salone della Giustizia a Roma), “insieme dobbiamo superare il blocco ideologico, accelerare ed essere proattivi per l’istituzione di un secondo pilastro sanitario”. Oggi la Sanità Privata “corre più veloce“ della sanità integrativa e conseguentemente è cresciuta nel biennio 2013 – 2015 anche la quota di spesa sanitaria privata pagata direttamente dagli italiani
Il convegno “La sanità giusta tra pubblico e privato”, promosso da Federmanager nella giornata di apertura della VII edizione del Salone della Giustizia a Roma è stata l’occasione per lanciare l’ennesimo stimolo alla creazione di un secondo pilastro sanitario e ad una sua conseguente valorizzazione normativa (proprio in considerazione del fatto che non esista ancora una legislazione adeguata).
È stato lo stesso presidente di Federmanager Stefano Cuzzilla a sottolineare l’opportunità “di sostenere la diffusione della sanità in azienda attraverso politiche di maggiore defiscalizzazione del contributo versato da imprese e lavoratori” per l’adesione ai Fondi sanitari integrativi.
Marco Vecchietti, consigliere delegato di RBM Assicurazione Salute, invitato a intervenire durante la tavola rotonda, non ha perso l’occasione per ribadire il proprio sostegno a questa impostazione e anzi ne ha tracciato la strada: “La miglior tutela dell’universalismo dell’equità e della sostenibilità del Servizio sanitario nazionale passa per il supporto allo sviluppo di una seconda gamba del sistema strutturata, organizzata e governata in modo sinergico. In realtà il messaggio deve superare una serie di messaggi ideologici che si incontrano in ognuno di questi incontri, ma al contempo c’è l’evidenza dei fatti in settori come questo nel quale la ricetta è stata attuata già da tempo che dimostrano come la ricetta funziona e che ha garantito la tutela dell’universalismo e il recupero dell’accessibilità delle prestazioni. Non dimentichiamoci che se abbiamo a cuore l’universalismo del Servizio sanitario nazionale non ci possiamo limitare a fare le vestali di questo sistema ma dobbiamo anche manutenerlo perchè altrimenti corriamo il rischio solo di ricordarlo perché secondo me il tempo di agire ed essere proattivi è quanto mai questo”.
Secondo Vecchietti, i vantaggi di promuovere un secondo pilastro sanitario sono innumerevoli: “Le forme sanitarie integrative – ha illustrato il consigliere delegato di RBM Assicurazione Salute – possono rimborsare prioritariamente le prestazioni erogate in regime di intramoenia ed i ticket così da favorire un rientro in struttura pubblica di una parte significativa della spesa privata dell’out of pocket mediante il rimborso dei ticket, garantire alle strutture pubbliche un rafforzamento del rapporto fiduciario con le proprie equipe mediche mediante l’indennità sostitutiva da ricovero e garantire con riferimento alle prestazioni di natura extra ospedaliera, un riequilibrio delle sperequazioni portate da ultimo dall’introduzione dei super ticket”.
“Le forme sanitarie integrative – ha aggiunto Vecchietti, proseguendo ad evidenziare i vantaggi del secondo pilastro sanitario – possono finanziare aree di prestazioni economicamente non più sostenibili dal SSN garantendo comunque la loro erogazione mediante delle strutture pubbliche/convenzionate con il SSN. Dirò di più: le Regioni potrebbero trasferire ad un terzo (fondi sanitari/compagnie di assicurazione) in tutto o in parte l’onere economico connesso all’erogazione delle prestazioni sanitarie di una determinata area di trattamenti (ad esempio le analisi di laboratorio o l’alta diagnostica) garantendo comunque al cittadino il rispetto dei LEA predefiniti su base territoriale e a fronte di un budget di spesa predeterminato (il premio assicurativo)”.
Questa nuova prospettiva, conclude il consigliere delegato di RBM Assicurazione Salute, potrebbe fornire un sostegno reale al SSN visto che “la sanità privata “corre più veloce” della sanità integrativa e conseguentemente è cresciuta nel biennio 2013 – 2015 anche la quota di spesa sanitaria privata pagata di tasca propria dagli italiani”.
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