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La Corte dei Conti indaga su errori medici e polizze della Sanità veneta

Le polizze assicurative stipulate a garanzia del risarcimento per i danni causati ai pazienti non correttamente curati finiscono nel mirino dei magistrati contabili

La Sanità veneta è finita nel mirino della Procura regionale della Corte dei Conti. Secondo quanto riferisce il Gazzettino, sarebbero in corso due inchieste. La prima per verificare la sussistenza di un possibile danno erariale in relazione ad alcune polizze assicurative stipulate a garanzia del risarcimento per i danni causati ai pazienti non correttamente curati, finalizzata ad accertare la responsabilità dei sanitari che hanno provocato i danni ai pazienti, costringendo la Regione ad un esborso che ammonta a circa 40 milioni di euro all’anno.

Sul fronte delle assicurazioni, il primo filone riguarda ancora le polizze stipulate una decina di anni fa con compagnie rumene successivamente fallite (Lig Insurance e City Insurance.), cui furono versati i premi, senza mai ottenere i risarcimenti reclamati dai pazienti. Si parla di un qualcosa come 30 milioni di euro di esposizione del Servizio sanitario regionale. I magistrati contabili vogliono accertare eventuali responsabilità a carico di chi optò per quelle compagnie, a conclusione di bandi al massimo ribasso, nonostante non offrissero adeguate garanzie, come ha poi accertato un’indagine della Guardia di Finanza.

La seconda questione riguarda “il macroscopico e ingiustificato sbilanciamento in favore della compagnia assicurativa”, per citare i rilievi di Ugo Montella, procuratore veneto della Corte dei Conti, in merito al contratto stipulato con la compagnia francese Sham. La Procura erariale ritiene che la compagnia abbia incassato premi per importi considerevoli a fronte di un rischio contenuto, considerata la franchigia di 750mila euro, al di sotto quella quale sono le aziende sanitarie e ospedaliere a risarcire i pazienti, il che significa che lo scorso anno è stato pagato un premio di 14 milioni, a fronte della copertura di appena 300.000 euro.

Il procuratore vuole capire su quale base gli uffici si siano orientati a stipulare una polizza di questo tipo, visto che i risarcimenti storicamente erogati superiori ai 750mila euro sono pochi.

a cura di Vincenzo Giudice

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