“L’obiettivo principale di includere i fattori di sostenibilità nel processo di consulenza è assicurare che non porti a pratiche di misselling o alla falsa rappresentazione degli IBIPs”

“Sostenibilità e assicurazione” è il titolo del convegno nazionale di Aiba che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Riccardo Cesari, consigliere di Ivass, che ha sottolineato come il tema della sostenibilità sia “il tema più ampio, trasversale e pervasivo di questo nostro tempo, unitamente a quello dell’evoluzione digitale e tecnologica”.
Sul piano della vigilanza, le attività di monitoraggio già avviate a partire dal 2016, hanno condotto lo scorso anno a un nuovo modello di rilevazione più strutturato e completo che consentirà all’Ivass di disporre di informazioni dettagliate e aggiornate sia sullo stato di integrazione dei fattori Esg nei processi di governo societario e di gestione dei rischi degli assicuratori, sia sull’esposizione ai rischi (fisici e di transizione) connessi con il cambiamento climatico in fase di underwriting, di investimento, di design dei prodotti assicurativi.
Nel corso del suo intervento Cesari ha ricordato che un’indagine condotta dal Forum per la finanza sostenibile in collaborazione con BVA Doxa evidenzia come nel 2022 la quota dei risparmiatori italiani che giudica molto o abbastanza rilevante il ruolo dei temi ESG nelle scelte di investimento, abbia raggiunto l’87% e sia in crescita. I sottoscrittori di Sustainable and Responsible Investment (SRI) sono aumentati dal 18 al 22% anche grazie alla maggior proattività degli operatori finanziari.
Questa crescita è favorita dalla normativa, che cattura nei questionari di adeguatezza le preferenze di investimento dei clienti”, ha detto Cesari. “La valutazione dell’adeguatezza è uno dei requisiti più importanti per la protezione dei consumatori ai sensi dell’IDD. Garantisce che le compagnie e gli intermediari assicurativi che forniscono consulenza presentino raccomandazioni personalizzate ai loro clienti indicando quali prodotti sono adatti in base alle loro personali esigenze. L’obiettivo principale di includere i fattori di sostenibilità nel processo di consulenza è assicurare che non porti a pratiche di misselling o alla falsa rappresentazione degli IBIPs come rispondenti alle preferenze di sostenibilità laddove non sia vero”.
Con la Guida sull’integrazione delle preferenze di sostenibilità del cliente nella valutazione di adeguatezza ai sensi della Direttiva (UE) n. 2016/97 sulla distribuzione assicurativa, “Eiopa fornisce indicazioni tese a facilitare l’attuazione del Regolamento delegato (UE) 2021/1257 da parte delle autorità nazionali competenti, delle imprese di assicurazione e degli intermediari assicurativi che forniscono consulenza sui prodotti di investimento assicurativi (IBIPs)”, ha spiegato Cesari
Un altro tema toccato da Cesari è quello del greenwashing, ovvero l’ecologismo di facciata: “Per l’Ivass uno dei principali punti di attenzione per contrastare il greenwashing è l’analisi del valore che il prodotto assicurativo ha per l’assicurato. L’attenzione è quindi alta sui processi Pog delle imprese, che portano all’ideazione e realizzazione dei prodotti assicurativi destinati alla collocazione nel mercato, con un focus sui livelli dei costi sostenuti e delle garanzie offerte”.
Dall’indagine volta da Eiopa nel 2022 “Pilot exercise on impact underwriting”, è emersa un’elevata disomogeneità delle misure di adattamento climatico adottate dagli assicuratori europei danni e dei relativi livelli di integrazione nelle coperture, e un ampio consenso a considerare tali misure come uno strumento efficace per mantenere la disponibilità e l’accessibilità economica della copertura in futuro.
“Le azioni preventive intraprese dai contraenti non sempre sono considerate dalle imprese idonee a modificare il pricing dei prodotti principalmente a causa delle difficoltà nel valutare l’esatta riduzione del rischio (i contratti sono solitamente annuali, un tempo troppo breve per tenere conto degli impatti dei rischi climatici in atto); il business maggiormente sensibile è risultato essere il property e in misura minore le assicurazioni auto, marittima, aviazione e trasporti. Il ruolo delle assicurazioni Danni nella climate adaptation è sicuramente cruciale per tutto il sistema economico europeo; lo è in particolare per l’Italia, storicamente tra i paesi più esposti al rischio di catastrofi naturali e al contempo tra quelli per i quali il grado di protezione di imprese e famiglie alle implicazioni derivanti dal materializzarsi di tali rischi è più basso. Forse è l’aspetto che necessita ancora di una più accurata “messa a fuoco”.
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