Distruzione di ricchezza: al netto dell’inflazione, gli asset finanziari globali hanno superato solo del 6,6% il livello del 2019. In Europa Occidentale la ricchezza reale è diminuita del -2,6%

Allianz ha presentato la 14ª edizione del “Global Wealth Report”, il rapporto globale sulla ricchezza finanziaria dei privati, che esamina nel dettaglio la situazione patrimoniale e l’indebitamento delle famiglie in circa 60 paesi del mondo.
Il 2022 è stato un annus horribilis per i risparmiatori. I prezzi degli asset sono diminuiti in modo generalizzato in uno scenario totalmente ribassista.
Il risultato è stato un calo del -2,7% degli asset finanziari globali delle famiglie, il peggiore dalla grande crisi finanziaria del 2008.
Le performance delle tre principali asset class, sono state nettamente diverse. Mentre i titoli (-7,3%) e le assicurazioni/pensioni (-4,6%) hanno subito una netta battuta d’arresto, i depositi bancari hanno registrato una crescita robusta: +6,0%. Complessivamente, sono andati persi asset finanziari per un valore di 6,6 trilioni di euro.
Il Nord America ha registrato il calo più pronunciato (-6,2%), seguito dall’Europa Occidentale (-4,8%). In Asia, invece, ad eccezione del Giappone, i tassi di crescita sono stati relativamente elevati. Nonostante le perdite, alla fine dell’anno scorso gli asset finanziari delle famiglie erano ancora quasi il 19% al di sopra dei livelli pre-Covid 19, in termini nominali. Tuttavia, tenendo conto dell’inflazione, quasi due terzi della crescita (nominale) è stata cancellata dell’aumento dei prezzi, riducendo l’incremento reale a un esiguo 6,6% in tre anni.
La situazione in Italia
Gli asset finanziari lordi delle famiglie italiane sono diminuiti del -5,1% nel 2022, superando addirittura le perdite registrate durante la grande crisi finanziaria (-4,6%).
La causa principale è stata l’asset class delle assicurazioni/pensioni, che ha perso il 12,0% del valore; anche i titoli hanno subito una forte battuta d’arresto (-7,1%).
I depositi bancari, invece, hanno continuato a crescere, ma l’incremento dello 0,9% è stato il più debole degli ultimi undici anni.
Il cambiamento dei comportamenti di risparmio gioca un ruolo importante: mentre i risparmiatori italiani hanno ridotto gli afflussi verso i depositi bancari di un enorme -78,7% (a 14,9 miliardi di euro), il risparmio complessivo è sceso “solo” del -44,1% a 80 miliardi di euro.
Gli acquisti di obbligazioni hanno raggiunto la notevole cifra di 64,8 miliardi di euro; l’anno precedente, i risparmiatori avevano venduto prodotti obbligazionari per 19,4 miliardi di euro. Dopo anni di riduzione “forzata” dei portafogli obbligazionari, le famiglie italiane si sono nuovamente innamorate del reddito fisso, non da ultimo delle obbligazioni sovrane: la svolta dei tassi d’interesse ha cambiato la loro preferenza.
Rispetto all’anno pre-pandemia del 2019, gli asset finanziari sono ancora superiori dell’8,7%, ma solo in termini nominali. Con asset finanziari netti pro capite pari a 69.350 euro, l’Italia è scesa al 16° posto nella classifica dei 20 paesi più ricchi, scambiando la posizione con l’Irlanda, ma si mantiene sempre davanti a Francia e Germania (ranking asset finanziari pro capite, vedi tabella).
Per il 2023, si prevede una crescita degli asset finanziari italiani di oltre il 2%.
Ludovic Subran, capo economista di Allianz, ha spiegato: “Per anni i risparmiatori si sono lamentati dei tassi di interesse a zero, ma il vero nemico dei risparmiatori è l’inflazione, e non solo l’impennata dell’inflazione dopo il Covid-19. In Italia, ad esempio, negli ultimi 20 anni gli asset pro capite sono aumentati del 57% al lordo dell’inflazione, ma al netto dell’inflazione, l’aumento è solo un modesto 7%. Ciò sottolinea la necessità di un risparmio intelligente e di una maggiore alfabetizzazione finanziaria. Ma l’inflazione è un nemico difficile da combattere. Senza alcuni incentivi e sussidi per il risparmio a lungo termine, la maggior parte dei risparmiatori potrebbe avere difficoltà”.
Foto in copertina: Ludovic Subran, capo economista di Allianz
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