Nessun sentore di probabili o possibili scalate, piuttosto la sensazione che si tratti di posizionamenti strategici in vista del prossimo riassetto. Dopo quasi una settimana di monitoraggio serrato da parte di Consob sui titoli Fondiaria-Sai, Unipol, Premafin e Milano Assicurazioni, gli elementi raccolti fanno pensare che la straordinaria fiammata, spenta ieri bruscamente da un repentino ripiegamento delle azioni, sia da ricondurre all’attività di trading online e all’ingresso di qualche investitore istituzionale, seppure con quote al di sotto della soglia rilevante. Un’interpretazione che giustificherebbe il crollo registrato ieri dai titoli coinvolti: FonSai ha chiuso con un tonfo del 19,49% a 1,07 euro, Unipol del 12,54% a 0,277 euro, Premafin del 9,61% a 0,27 euro e Milano Assicurazioni del 6,25% a 0,27 euro. Dopo i maxi acquisti, dunque, sono arrivate le vendite e con volumi altrettanto significativi: basti pensare che di Fondiaria è transitato nella sola giornata di ieri il 4% del capitale (quasi il 22% nelle ultime otto sedute).
Rispetto ai movimenti anomali registrati dai titoli le ipotesi circolate sono state le più disparate. FonSai ieri ha dichiarato «di non essere a conoscenza di fatti o circostanze che possano in alcun modo giustificare l’andamento del titolo». Così come Unipol ha precisato che «valuta positivamente l’interesse dimostrato dal mercato per l’importante progetto industriale alla base dell’operazione di integrazione» aggiungendo poi che allo stato «non risultano elementi ulteriori rispetto a quanto comunicato». Alle oscillazioni possono però aver contribuito almeno due fatti concreti: la formazione del consorzio di garanzia per gli aumenti di capitale, che ha reso più concreto nella sostanza il maxi-piano di riassetto, e contemporanemante la trattativa aperta sul debito del futuro agglomerato di cui Il Sole 24 Ore ha dato conto ieri.
Riguardo a questo secondo aspetto, tutto è riconducibile a un passaggio dell’accordo firmato tra Unipol e Premafin: in quella sede è stato infatti deciso di avviare una valutazione approfondita circa una ridefinizione complessiva del l’esposizione delle società coinvolte nell’integrazione. In quest’ottica, i contatti tra le banche e la compagnia di Bologna sono stati avviati ma il pallino è evidentemente in mano al gruppo guidato da Carlo Cimbri. Toccherà infatti a Unipol proporre agli istituti il proprio progetto di risistemazione del debito. È evidente che a Bologna sarebbe gradito un contributo delle banche in termini di trasformazione in capitale dell’indebitamento. E probabilmente questo porterà sul tavolo della trattativa l’ipotesi che parte del debito di Premafin, circa 340 milioni, venga trasformato in azioni portando il fronte bancario, tra i creditori figurano UniCredit, Mediobanca, Credit Agricole, Banco Popolare e Intesa, a detenere fino al 10% del capitale. Quanto al subordinato che FonSai ha nei confronti di Mediobanca, un’altra opzione sul tavolo potrebbe essere un parziale rimborso. Su questo aspetto le trattative sono aperte anche perché pure Unipol Gruppo Finanziario ha un prestito subordinato con Piazzetta Cuccia. E anche questo, naturalmente, diventerà oggetto di confronto. L’ipotesi è che entro marzo si trovi una soluzione che soddisfi sia la compagnia assicurativa che la banca. Tempi stretti dunque, tanto che Unipol si è sbilanciata nel dire che «le attività proseguono speditamente» e che «i contenuti del progetto saranno presentati al mercato nelle prossime settimane».
Già a breve, infatti, si terrà un altro passaggio cruciale. Per domani è in calendario un consiglio di amministrazione Unipol con all’ordine del giorno la convocazione dell’assemblea per l’approvazione dell’aumento di capitale da 1,1 miliardi e la scelta di due advisor. Con riferimento al primo punto è assai probabile che la compagnia di Bologna chiamerà a raccolta i soci negli stessi giorni in cui lo farà Fondiaria-Sai, che ha già fissato l’assemblea per il 16 marzo. In merito al secondo aspetto, a quanto risulta è assai probabile che il gruppo nomini Boston Consulting come advisor industriale e Lazard come advisor finanziario. Su quest’ultimo punto ieri in serata erano ancora in corso approfondite valutazioni ma l’impressione è che alla fine si vada in questa direzione.
Infine, secondo quanto riferito da Radiocor, Bank of New York Mellon ha emesso American Depositary Receipt (Adr) sulle azioni privilegiate del gruppo bolognese, proprio nei giorni caldi del dossier FonSai. Si tratta di unsponsored Adr, ovvero titoli emessi senza l’assenso e senza informare la società sottostante, in questo caso Unipol. Gli Adr sulle privilegiate Unipol sono quotati dal 3 febbraio. In generale sono operazioni che forniscono liquidità addizionale al titolo e danno una maggiore visibilità alla società sui mercati internazionali. È curioso che sia stata scelta questa speciale categoria di azioni la cui permanenza, così come per le rnc di FonSai, in vista della fusione che interesserà la controllata Unipol Assicurazioni, Fondiaria-Sai Premafin e Milano Assicurazioni, potrebbe essere riconsiderata.
Autore: Laura Galvagni – Il Sole 24 Ore (Articolo originale)