Diventa «incandescente» la partita su Fonsai: ieri sera Palladio Finanziaria ha comunicato di aver superato il 5% del capitale della compagnia dei Ligresti e la Sator ha reso noto di aver acquistato il 3% circa. La holding veneta e il gruppo di Matteo Arpe (nella foto) hanno poi firmato un patto di consultazione. Accordo che, si legge nelle note diffuse questo pomeriggio, non prevede intese o obblighi sui diritti di voto ma che «si fonda sul comune interesse a sostenere il piano di ricapitalizzazione» di Fondiaria-Sai. L’asse Palladio-Sator irrompe quindi nella vicenda che sembrava ormai definita.
Di fronte al crollo di Fonsai, che presenta perdite superiori al miliardo e rapporti patrimoniali ben al di sotto le soglie regolamentari, e va perciò ricapitalizzata per 1,1 miliardi, i Ligresti hanno firmato a fine gennaio un accordo con Unipol che prevede come atto finale la fusione fra Unipol assicurazioni, Premafin, Fonsai e Milano, progetto destinato a dare vita a un polo assicurativo da oltre 20 miliardi di premi.
OBIETTIVI SCONOSCIUTI – I «giochi» parevano dunque fatti, ma da fine gennaio è partito un rastrellamento sulle azioni Fonsai che ha portato nei giorni scorsi Palladio a comunicare alla Consob di aver superato il 3 febbraio il 2,25% del capitale della compagnia, quindi alla nota di questo pomeriggio che rende ufficiale il comune rafforzamento in Fonsai e il patto. Anche oggi il titolo Fonsai è stato largamente scambiato con bruschi rialzi e cadute di prezzo e ha chiuso in progresso del 2,25%. Quali sono gli obiettivi di Arpe e della società veneta guidata da Roberto Meneguzzo e Giorgio Drago? Questo è l’interrogativo che circola con più insistenza sul mercato. Nelle comunicazioni viene sottolineato il comune interesse alla ricapitalizzazione, passo del resto obbligato perché «richiesto» dall’Isvap, l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni, considerato lo stato dei conti e del patrimonio della compagnia. Quindi non si tratterebbe di un passo puramente finanziario, in attesa di una plusvalenza.
CORDATE E PARTNER – Non è chiaro però al momento se Palladio e Sator vogliano bloccare l’attuale disegno di Unipol proponendo magari un’alternativa, oppure «semplicemente» posizionarsi per prendere parte alla maxi fusione. Nel primo caso avrebbero però bisogno di disporre di una quota ben superiore del capitale di Fonsai con la quale presentarsi nell’assemblea straordinaria che dovrà approvare il rafforzamento patrimoniale. Obiettivo che richiederebbe (fra acquisto di controllo e aumento di capitale) cifre vicine a 1,5 miliardi. Un piano dunque che renderebbe necessaria non solo una cordata più allargata ma in teoria anche il sostegno di un partner assicurativo. Italiano o estero.
Autore: Sergio Bocconi – Corriere della Sera (Articolo originale)