(di Carlo Giuro – Milano Finanza)
Domanda. Cosa prevede la possibilità del Tfr in busta paga?
Risposta. L’obiettivo dell’operazione, che ha natura sperimentale e durata triennale (1° aprile 2015-30 giugno 2018) è quello di favorire un trasferimento di risorse dal domani all’oggi stimolando così i consumi. A differenza degli 80 euro in busta paga, non si tratta di nuove risorse ma semplicemente di un anticipo temporale del Tfr in quanto la buonuscita rappresenta una retribuzione differita.
D. Come funziona?
R. L’opzione, che una volta esercitata è irrevocabile fino al termine del triennio, ha come destinatari i lavoratori dipendenti del settore privato. E può essere esercitata anche in caso di conferimento del Tfr ai fondi pensione e alle polizze individuali di previdenza (pip). In questo caso nel corso del periodo di durata della citata opzione, la partecipazione del lavoratore dipendente alla forma pensionistica complementare prosegue senza soluzione di continuità sulla base della posizione individuale maturata nonché dell’eventuale contribuzione a proprio carico e, se prevista, a carico del datore di lavoro.
D. Come fare?
R. L’istanza per l’opzione del Tfr in busta paga è presentata dal lavoratore al datore di lavoro mediante compilazione del modulo Quir il cui originale è conservato dal datore di lavoro, mentre il lavoratore trattiene una copia controfirmata. I dipendenti presso aziende con più di 50 addetti ottengono il pagamento dal mese successivo a quello di competenza. I lavoratori di aziende che accedono allo specifico finanziamento garantito ottengono il pagamento dal 3° mese successivo a quello in cui è operata la scelta.
D. Quali sono le categorie escluse?
R. Sono esclusi i lavoratori domestici, i lavoratori del settore agricolo, i lavoratori per cui la legge o la contrattazione collettiva prevedono la corresponsione periodica del Tfr (personale marittimo in turni particolari) o l’accantonamento presso terzi (lavoratori dell’edilizia con Tfr accantonato presso le casse edili), i dipendenti di aziende in crisi e in cassa integrazione straordinaria.