(di Luigi dell’Olio – Repubblica Affari & Finanza)
All’assemblea di domani 5 luglio, il nuovo presidente presenterà le sue proposte per far recuperare rappresentatività all’Associazione e per avviare un dialogo con il Governo
In difesa, per rivendicare la centralità dell’associazione, arrestando così le forze centrifughe. All’attacco, per allargare la sfera degli assicurati nel Paese. In cabina di regia, per rilanciare il dialogo istituzionale e consentire alle compagnie assicurative di svolgere un ruolo di traino della ripresa. Il compito che spetta a Maria Bianca Farina (nella foto), da sei mesi presidente dell’Ania (è anche amministratore delegato di Poste Vita e Poste Assicura), assomiglia a quello che in Sud America definiscono “tuttocampista”, un calciatore cioè capace di svolgere più ruoli.
Per quanto riguarda l’intervento di domani 5 luglio, il primo da presidente all’assemblea annuale delle imprese assicuratrici, il mandato ai suoi più stretti collaboratori è stato chiaro: niente anticipazioni. Eppure molti passaggi del discorso che terrà presso l’Auditorium Conciliazione a Roma è facile immaginarli, mettendo in fila le questioni aperte e le prese di posizione assunte in questi mesi. A cominciare dal piano d’azione approvato all’unanimità dal consiglio direttivo, che ha indicato l’obiettivo principale della presidenza Farina: rilanciare il ruolo delle assicurazioni nel sistema economico e sociale sia italiano che europeo. Dopo sei mesi di rodaggio, l’obiettivo è accelerare nel ruolo propositivo dell’associazione per supportare le politiche pubbliche in materie che vanno dal welfare alla protezione della famiglia e del risparmio. Con l’intervento pubblico che tende a ridurre progressivamente il suo perimetro di intervento, i soggetti privati possono svolgere una nuova funzione nel Paese. Uno dei cavalli di battaglia dell’associazione, ereditati dalla presidenza di Aldo Minucci, riguarda il tema delle polizze catastrofali, che in Italia hanno scarso seguito. L’Ania chiede di legare l’abolizione dell’Imu sulla prima casa all’obbligatorietà di questa copertura, ricordando che la deducibilità della polizza limiterebbe a 80-90 euro l’esborso annuo per famiglia. Finora la proposta non è passata, ma il governo potrebbe rivedere la propria posizione in presenza di un ruolo più attivo delle assicurazioni nelle coperture sanitarie e nel finanziamento all’economia reale. Lo consentono le norme approvate negli ultimi tempi e lo suggerisce la situazione dei tassi di mercato, che rende difficile generare margini puntando solo sugli investimenti tradizionali. “Noi, le compagnie, il governo, i sindacati dobbiamo ragionare insieme intorno a un tavolo, perché possiamo cogliere le potenzialità che il contesto ci mostra”, è stata l’indicazione di Farina nel discorso tenuto qualche settimana fa al convegno dell’Aiba, l’associazione dei broker assicurativi. Il ritrovato protagonismo potrebbe magari aiutare a ridurre le distanze con i fuoriusciti come Unipol e Intesa Sanpaolo Vita. “Abbiamo cercato di imprimere una spinta riformista a un organo ormai trasformatosi in una sorta di club autoreferenziale. Le nostre perplessità e le nostre proposte, quando avanzate ai rappresentanti dell’associazione, sono cadute nel vuoto”. Così spiegava due anni fa l’addio il numero uno di Unipol, Carlo Cimbri, ed è difficile immaginare che la compagnia bolognese possa cambiare la sua posizione a breve, ma intanto il dialogo sarà riavviato.
La scelta delle grandi compagnie di puntare sulla Farina, che “ha dedicato la sua carriera professionale quasi interamente al settore assicurativo e finanziario”, per usare le parole con cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha accompagnato la sua nomina a Cavaliere del Lavoro, non è stata casuale. Una manager apprezzata da tutti per le doti di mediazione, chiamata a ringiovanire un’associazione da tempo alle prese con problemi di rappresentatività, tratto comune a molte organizzazioni di rappresentanza.