(di Ester Corvi – Milano Finanza)
Le compagnie di riassicurazione trattano, secondo gli analisti di Ubs, su livelli di valutazione troppo elevati, tenendo conto delle prospettive dei tassi, della continua pressione sui margini reddituali e in generale della solidità dei bilanci. Ecco rating e target price.
- Swiss Re. Sulla compagnia elvetica, che capitalizza 31,8 miliardi di euro, il rating è sell (vendere) con prezzo obiettivo 85 franchi svizzeri, che è inferiore ai livelli attuali. Nel breve il sostegno alla quotazione che deriva dalle operazioni di buy-back (riacquisto di azioni proprie) verrà meno. Gli utili attesi risentiranno inoltre delle incertezze sulla redditività del capitale. Il titolo tratta 11 volte l’utile 2017 e 2018, mentre il rendimento della cedola 2017 è 5,2%.
- Scor. È la società del settore che beneficia di più della tendenza al rialzo dei rendimenti dei bond Usa, ma la forte performance borsistica già messa a segno di recente spiega il giudizio neutrale, con target price 33 euro, in linea con le quotazioni recenti. Il titolo, che capitalizza 6,2 miliardi di euro, tratta a 10,5 volte l’utile 2017 e 9,9 quello del 2018. Attraente il dividend yield 2017 del 5,3%, che secondo gli analisti è sostenibile in futuro e potrebbe progredire di pari passo alla crescita dei profitti.
- Munich Re. La compagnia tedesca, che capitalizza 28,8 miliardi di euro, merita il rating neutrale, con prezzo obiettivo 172 euro, che è inferiore alle quotazioni attuali. Lo stile del management è molto prudente, ma non al punto di Hannover Re. Gli utili sono difensivi, ma ci sono dubbi sul fatto che Ergo abbia bisogno di essere ricapitalizzata o meno. Il p/e (prezzo/utile) scende da 12 nel 2017 a 10,3 nel 2018, mentre il rendimento totale della cedola 2017 è 8,7% (di il 4,9% relativo all’azione ordinaria), il più elevato del settore.
- Hannover Re. E’ una società ben gestita, ben capitalizzata e con un forte track record, ma i miglioramenti fatti nell’ultimo anno sono già scontati nelle quotazioni recenti. Il titolo, che capitalizza 12,8 miliardi di euro, viene scambiato intorno a 12 volte l’utile 2017 e 2018. Interessante il dividend yield totale 2017 del 5,3%, di cui il 3,2% relativo all’azione ordinaria. Il rating è neutrale, con target price 98 euro, dell’8% inferiore ai livelli attuali.
- Lancashire. Sulla compagnia inglese, che capitalizza 1,6 miliardi di euro, il rating è sell (vendere) con prezzo obiettivo 555 pence (-19% dalle quotazioni attuali). La valutazione sconta infatti un trend di crescita degli utili che secondo gli analisti non è raggiungibile, data la continua pressione al ribasso sui ricavi, così come l’appeal speculativo in quanto target di un’eventuale m&a. Il titolo tratta 14,2 volte l’utile 2017 e 14,7 quello del 2018, mentre il rendimento totale della cedola 2017 è 7,1% (1,8% relativo all’azione ordinaria).
- Hiscox. I punti di forza sono le caratteristiche difensive e la continua crescita in linee di business con bassa volatilità, ma nonostante il calo della valutazione conseguente alla debolezza della sterlina, è difficile motivare uno spazio di rialzo della quotazione dai livelli attuali. Il p/e scende da 16,2 nel 2017 a 15,2 nel 2018, mantenendosi comunque superiore alla media. Il rendimento totale della cedola 2017 è 2,5%, il più basso del settore. Il rating sul titolo, che capitalizza 3,6 miliardi di euro, è neutrale, con prezzo obiettivo 1.050 pence (-3%).
- Beazley. La compagnia britannica, che capitalizza 2,6 miliardi di euro, merita il rating neutrale, con prezzo obiettivo 400 pence, che è inferiore alle quotazioni recenti. Le aspettative del mercato sulla redditività del capitale sono infatti troppo elevate e non giustificano un aumento dei prezzi. Il titolo tratta 14,3 volte l’utile 2017 e 13,6 quello del 2018, mentre il rendimento totale della cedola è 2,9%.