ToothPic, startup torinese che opera nel campo della sicurezza informatica per l’autenticazione, intende rivoluzionare i sistemi di autenticazione trasformando qualsiasi smartphone in una chiave di autenticazione sicura e user friendly. Fondata 4 ricercatori e professori del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni del Politecnico di Torino, ToothPic ha sviluppato una tecnologia unica al mondo che riconosce lo smartphone attraverso un pattern invisibile di imperfezioni che caratterizzano univocamente il suo sensore fotografico. Una soluzione che assicura sicurezza e convenienza, dato che l’adozione della tecnologia è estremamente semplificata non impone nuovi strumenti, device o ulteriori investimenti in hardware.
ToothPic sta lavorando al fianco di banche e assicurazioni per offrire tecnologie innovative che consentano di eseguire qualsiasi attività da mobile, in sicurezza.
Gli assicuratori sono sempre più orientati a offrire soluzioni smart che velocizzino la risoluzione di problematiche legate a sinistri o che garantiscano semplicità e autenticità nella sottoscrizione di polizze, ma devono stare attenti ai rischi. Nel 2020 infatti si è verificato un aumento dei cyber attack del 300% e in particolare nel settore finanziario del 23% rispetto al 2019.
Dall’autenticazione alla firma digitale, fino ai documenti criptati e alle prove fotografiche inviate all’assicuratore: ecco come ToothPic permette di evolversi verso soluzioni innovative, semplici e in totale sicurezza, senza l’uso di password o hardware token.
La soluzione da un lato è in grado di riconoscere i dispositivi da cui è avvenuta una specifica transazione, andando così a risolvere eventuali casi di finte dichiarazioni o movimenti bancari sospetti, dall’altro garantisce la protezione degli assetti interni, offrendo la possibilità agli impiegati di utilizzare il proprio dispositivo come chiave di autenticazione sicura per accedere alle piattaforme aziendali, proteggendo così la propria identità e i dati sensibili. ToothPic consente al solo destinatario – quindi solo ad uno specifico smartphone – di aprire messaggi e documenti criptati, evitando così il rischio che le credenziali vengano clonate e intercettate da terze parti.