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Cesari (Ivass): trasformare l’imposta sulla Rc Auto in un’accisa? Un vantaggio

In un intervento su “lavoce.info” il consigliere Ivass Riccardo Cesari ha parlato dei vantaggi che comporterebbe la trasformazione dell’imposta sull’Rc Auto in un’accisa, a partire dal calo dei premi

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Mai come in questi giorni l’argomento delle accise sui carburanti (benzina, gasolio, Gpl) ha stabilmente occupato le prime pagine dei giornali e animato le discussioni politiche.

Sulla questione accise è intervenuto il consigliere dell’Ivass, Riccardo Cesari, con un articolo su “lavoce.info”, in cui suggerisce di trasformare l’imposta sulla Rc Auto in un’accisa.

Cesari scrive che la decisione del governo di cancellare il taglio delle accise carburanti su benzina, diesel, gpl e le agevolazioni sul metano auto, dal 1° gennaio, ha trovato un ampio consenso sul versante tecnico, in quanto ha eliminato un effetto distorsivo nella funzione segnaletica dei prezzi; ha tolto un beneficio regressivo che favoriva le famiglie più abbienti; ha consentito la liberazione di risorse economiche verso obiettivi più mirati e ha maggiormente allineato la politica di spesa con gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e la transizione ecologica.

“C’è però una misura fiscale ancora meno problematica e non meno opportuna, a nostro giudizio, che potrebbe essere adottata per ottenere vari benefici, non del tutto coincidenti coi precedenti”, scrive Cesari. “La proposta consiste nella defiscalizzazione del premio della Rc Auto e nella trasformazione della relativa imposta, a parità di gettito, in un’accisa sui carburanti”.

Per un approfondimento, Cesari rimanda al Quaderno n. 14 di Ivass, “Defiscalizzare la r.c. auto: come e perché”, curato dallo stesso Cesari e da Antonio R. De Pascalis e pubblicato nell’ottobre 2019. Il lavoro analizza le componenti fiscali e parafiscali presenti nell’assicurazione Rc Auto ed esamina il loro trasferimento, a parità di gettito, dal premio di polizza al consumo di carburante.

Cesari prosegue ricordando come nel premio assicurativo pagato per la polizza obbligatoria su tutti i veicoli a motore “sono comprese tre componenti fiscali e parafiscali, parametrate al livello del premio. La prima componente è una tassazione fissata dalla legge (art. 17 del Dlgs n. 68/2011) a beneficio delle province, con aliquota base al 12,5%, variabile tra il 9 e il 16% su delibera di ogni provincia. Di fatto, l’aliquota è fissata nella misura massima del16%, fatta eccezione per pochi casi con aliquote tra il 9 e il 15,5%. La seconda componente va a finanziare il Servizio sanitario nazionale, con aliquota al 10,5%. La terza, con aliquota al 2,5%, serve a finanziare il Fondo di garanzia delle vittime della strada (Fgvs). Il carico fiscale complessivo è di quasi il 29%”.

Tenendo in considerazione solo la componente con aliquota al 16%, nel 2021 il gettito è stato di circa 2 miliardi di euro. “La trasformazione in un’accisa finanziariamente equivalente – spiega Cesari – si può ottenere dal consumo di carburante (soprattutto benzina e gasolio) rilevato dal ministero dell’Ambiente, pari, in quell’anno, a oltre 37 miliardi di litri, per una spesa netta di 32,5 miliardi di euro e lorda di quasi 70 miliardi di euro. In questo modo, invece dell’imposta sul premio dell’assicurazione, si avrebbe un’accisa equivalente di circa 4,6 centesimi sulla benzina e di 5,6 centesimi sul gasolio”.

E veniamo ai vantaggio di questa trasformazione, a partire dal “premio della assicurazione Rc Auto che si ridurrebbe del 16%, consentendo la prosecuzione di una dinamica che, dal 2013, sta progressivamente chiudendo il gap con la media dei più importanti paesi europei. Infatti, l’Italia è seconda in Europa per le accise sulla benzina, ma prima per costo dell’assicurazione Rc Auto”.

Cesari sottolinea che a fronte dell’aumento delle accise, corrisponderebbe un calo del prezzo della Rc Auto che, entrando nel paniere dei beni di consumo con peso sostanzialmente equivalente al consumo di carburante, non avrebbe ripercussioni sul livello generale dei prezzi.

“Il premio scenderebbe del 16%, mentre il prezzo del carburante in media ponderata salirebbe del 6,16%. Quindi, l’effetto netto sull’indice dei prezzi sarebbe di riduzione, di quasi mezzo punto percentuale. Per i consumatori si avrebbe, sia pure marginalmente, un beneficio”.

Prima di avviarsi alla conclusione, Cesari ha ricordato come l’imposta sulla Rc Auto sia oggi proporzionale alle determinanti del premio assicurativo, che sono, soprattutto, la frequenza e il costo medio dei sinistri stradali. Pertanto, “zone e soggetti a elevata rischiosità pagano premi più alti: in particolare i giovani e i residenti nelle aree meridionali si trovano un costo della polizza superiore alla media nazionale: a loro si applica, oggi, anche un’imposta proporzionalmente più elevata. L’azzeramento dell’imposta sulla Rc Auto determinerebbe un indubbio beneficio per questi soggetti

Da non sottovalutare il fatto che l’imposta sul carburante sarebbe pagata anche dagli automobilisti che circolano senza copertura assicurativa (circa il 6% dei veicoli circolanti), “che oggi evadono non solo l’obbligo assicurativo, ma anche l’imposta sul premio. Nella circolazione illegale rientrano anche i veicoli immatricolati all’estero che si muovono abitualmente sul territorio italiano (quindi contro la normativa). L’imposta nel prezzo del carburante inciderebbe anche su di loro”.

Infine, Cesari osserva che “nei contratti Rc Auto stipulati a distanza (per esempio online) c’è un diritto di recesso di 14 giorni: esercitarlo non è di fatto conveniente perché la componente fiscale del premio non può essere rimborsata. Un’imposta sui carburanti eliminerebbe l’impedimento al pieno esercizio del diritto di recesso. Ultimo, ma non certo per importanza, il passaggio dell’imposizione dal premio Rc Auto al costo del carburante rappresenta, a tutti gli effetti, una carbon tax, con disincentivo all’uso di fonti di energia inquinanti (in particolare per il biossido di carbonio CO) a favore delle energie rinnovabili, in vista dell’obiettivo, ancora lontano di quasi 14 punti, di riduzione del gas serra del 40% entro il 2030”.

a cura di Vincenzo Giudice

Leggi anche Ivass: premio medio rc-auto in calo dell’1,5% a 362 euro

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