Perse nel mondo 38 grandi navi (-36% rispetto al 2021)
Industria delle polizze preoccupata per la flotta-ombra (600 navi) che trasporta il petrolio russo per eludere l’embargo

Lo scorso anno nel mondo si è verificata la perdita totale di 38 grandi navi, numero che rappresenta un calo del -36% rispetto al 2021 ed è il più basso da quando la compagnia assicurativa Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) pubblica il rapporto “Safety & Shipping Review”, report annuale sull’assicurazione dei trasporti marittimi.
Il documento – riferisce InforMare – evidenzia che nel 2022 la maggior parte delle perdite totali di navi si è verificata nella regione del Mar Cinese Meridionale, mentre il maggior numero di incidenti marittimi è stato registrato nelle acque delle isole britanniche. «Le perdite di navi – ha rilevato il comandante Rahul Khanna, responsabile Marine Risk Consulting di AGCS – sono scese al numero più basso registrato nei 12 anni di storia del nostro rapporto annuale e ciò riflette l’impatto positivo che i programmi per la sicurezza, i corsi di formazione, i cambiamenti nella progettazione e nella regolamentazione delle navi hanno avuto nel tempo».
Lo scorso anno la quota più consistente di navi di cui è stata dichiarata la perdita totale è quella delle navi merci, con dieci navi perse rispetto alle 30 nel 2021. Seguono i pescherecci con sei unità rispetto a sette nel 2021 e quindi i rimorchiatori e le navi passeggeri, categorie che nel 2022 hanno registrato entrambe la perdita di cinque unità contro rispettivamente due e cinque nell’anno precedente.
Tra le cause che nel 2022 hanno determinato la perdita totale di navi, l’affondamento è risultata la più frequente con 20 casi rispetto a 35 nel 2021. Seguono l’incendio e l’esplosione con otto casi rispetto a nove nel 2021 e le collisioni con quattro casi rispetto a tre.
«Anche se questi risultati sono gratificanti – ha sottolineato Khanna – diverse nuvole appaiono all’orizzonte. A più di un anno dall’invasione russa dell’Ucraina la crescita della flotta di petroliere ombra pone sotto pressione armatori, equipaggi e assicuratori. Inoltre la sicurezza antincendio e il problema dell’errata dichiarazione delle merci pericolose devono essere risolti se l’industria vuole beneficiare dell’efficienza garantita da navi sempre più grandi. L’inflazione – ha precisato ancora sta spingendo verso l’alto i costi dei sinistri relativi al corpo e alle macchine delle navi e alle merci trasportate. Nel frattempo, nonostante gli sforzi per la decarbonizzazione del settore stiano progredendo, questa rimane di gran lunga la sfida più grande del settore. Le pressioni economiche – ha sottolineato Khanna – potrebbero porre a rischio investimenti vitali nelle strategie delle compagnie, così come altre iniziative per la sicurezza».
Con le sanzioni sul petrolio che hanno indotto la Russia e i suoi alleati a creare una flotta di petroliere ombra per trasportare e vendere il proprio petrolio, flotta che si stima possa arrivare a 600 navi, Justus Heinrich, global product leader Marine Hull di AGCS – ha spiegato che «è assai probabile che la flotta ombra sia composta da navi più vecchie, che operano sotto bandiere di comodo con standard di manutenzione meno rigorosi. L’aumento del loro numero – ha osservato – rappresenta uno sviluppo preoccupante, che minaccia la flotta mondiale e l’ambiente. Un grave incidente può causare la perdita di vite umane, nonché danni o inquinamenti non assicurati. A maggio 2023 – ha ricordato Heinrich – una petroliera non assicurata e senza carico, la Pablo, è esplosa nel sud-est asiatico uccidendo l’equipaggio».
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