Opinione della Settimana

Sabatini (ABI): “Quelle assicurazioni garantiscono il cliente, non importa se a beneficiarne è la banca”

Mutui legati a polizze sulla vita. È la storia di una lunga guerra tra banche, consumatori e Autorithy. L’aveva vinta l’Isvap, impedendo a banche e finanziarie di ricoprire il doppio incarico di venditori e beneficiari di polizze. Ma ora il governo, con tre righe infilate nel decreto liberalizzazioni, sorpassa l’Authority sulle assicurazioni e mette nero su bianco qualcosa che era solo negli usi e nella prassi delle banche, assicurare il capitale chiesto in prestito. Che cosa cambierà? Lo abbiamo chiesto a Giovanni Sabatini (nella foto), direttore generale dell’Abi.

«Nel settore bancario la parola liberalizzazioni viene spesso coniugata con divieti e prezzi amministrati. Nel campo delle polizze mutui vengono introdotti nuovi obblighi che non erano necessari – taglia corto Sabatini – le banche, come già facevano, continueranno a non rendere obbligatorie le polizze. L’Abi ha già invitato a non farlo in tempi non sospetti. Tra l’altro nel decreto non c’è scritto che esiste un obbligo di polizza. C’è un’indicazione in più, però: quella di proporre due preventivi di polizza. È una novità. Pensi che l’Abi aveva proposto di accettare la compagnia di assicurazione portata dal cliente».

È vero però che c’è un po’ una giungla. Banche che concedono mutui solo se legati a una polizza. Costi dell’assicurazione sommati a quelli del capitale preso in prestito e sui quali, quindi, si finisce per pagare gli interessi. Polizze sottoscritte dal cliente, ma di cui beneficia la banca.

«Non ha importanza chi sia il beneficiario. L’Isvap aveva vietato questa prassi, ma che differenza c’è? E guardi che le polizze legate ai mutui sono una garanzia per il cliente, che infatti le apprezza».

Ma con tutte queste garanzie, la casa su cui si accende il mutuo e la polizza che garantisce il capitale, perché concedete mutui col contagocce?

«Li concediamo, lo stock di credito all’economia non è cambiato, c’è solo un rallentamento nella velocità di crescita».

Come sarà il nuovo conto corrente base, previsto nel decreto?

«Sarà gratuito, ce lo impone la legge, e destinato a pensionati o categorie deboli. Senza costi e con le operazioni base».

Sulle commissioni previste sui pagamenti elettronici verrà introdotto un tetto massimo, l´1,5%. Cosa ne pensa?

«Spero che sparisca. La concorrenza nel settore c’è e limitarla con prezzi amministrati non fa che affievolirla. Gli strumenti di pagamento in Italia sono molto sicuri e questa sicurezza è frutto di investimenti, che costano».

Autore: Barbara Ardù – La Repubblica

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