Le reazioni degli enti al provvedimento sulla possibilità di bilanciare i contributi con eventuali crediti fiscali. Contrari avvocati e commercialisti, favorevoli i consulenti del lavoro. Prudenti ingegneri e archittetti
La Cassa di previdenza forense lancia l’allarme sul decreto del ministero dell’Economia e delle finanze che consente, previa delibera dell’ente, di compensare nell’F24 i contributi previdenziali.
«Non è tanto il decreto che ci ha spinto a prendere una posizione così contraria – spiega il presidente di Cassa forense Nunzio Luciano – quanto la lettura, solo positiva, che ne è stata data fino ad ora. Aderire a questa proposta – sottolinea Luciano – potrebbe comportare dei danni per l’ente, che non avrebbe più un flusso di cassa come accade ora, ma vedrebbe riversati i flussi alla tesoreria dello Stato che a sua volta dovrebbe poi inviarli all’ente». «Questo decreto nasconde un pericolo per gli enti previdenziali privati – mette in guardia Luciano – che si troverebbero a rimettere nelle mani dello Stato la gestione di una fetta importante del loro patrimonio, che nell’immediato non serve solo a pagare pensioni, ma a erogare servizi e garantire assistenza».
Pollice verso anche da parte della Cassa di previdenza dei dottori commercialisti: «Questo tema è stato sollevato in diverse occasioni – dice il presidente di Cnpadc Renzo Guffanti – ma sempre accantonato perché i “contro” superano i “pro”. A me sembra un tentativo di attrarci in un sistema pubblico – conclude Guffanti – un’avance un po’ troppo interessata».
Esistono già alcuni enti che hanno fatto accordi con l’agenzia delle Entrate per avere questa possibilità: Cassa geometri da tempo che ha un accordo con l’agenzia delle Entrate, e sono in dirittura d’arrivo anche Enpacl, la Cassa dei consulenti del lavoro e l’Inpgi2, la gestione separata della Cassa giornalisti.
Alessandro Visparelli, presidente dell’Enpacl, non condivide le preoccupazioni dei colleghi: «Da due anni abbiamo avviato il versamento della quota del Consiglio nazionale e di molti consigli provinciali attraverso questo meccanismo – racconta – e nell’arco di sette giorni i soldi sono sul nostro conto, con anche un resoconto dettagliato. Da due anni stiamo lavorando per estendere questa possibilità ai contributi, così da consentire agli iscritti di compensarli con eventuali crediti fiscali, un’esigenza molto sentita». Saranno gli iscritti a Enpacl a decidere se optare per l’F24 oppure precedere al versamento diretto all’ente, una volta che sarà firmata la convenzione con l’agenzia delle Entrate.
Sta valutando la possibilità di passare all’F24 anche Inarcassa, l’ente previdenziale di ingegneri e architetti: «Approfondiremo la questione nel prossimo Cda – fa sapere il presidente Paola Muratorio –; vogliamo però prima verificare se le agevolazioni che concediamo ai nostri iscritti, come il pagamento con carta di credito rateizzabile per un anno si possono mantenere. Ovviamente – prosegue Muratorio – se dovessimo decidere di passare a questa nuova modalità dovrebbe valere per tutti; vogliamo quindi verificare quanti dei nostri iscritti si troverebbero nella posizione di poter compensare». E in merito al rischio di dare ad altri i propri flussi finanziari per poi averli indietro in un secondo momento Muratorio ammette: «Un po’ di rischio esiste. Noi ad esempio siamo creditori verso lo Stato di 23 milioni di euro del contributo di maternità, credito che negli anni invece che ridursi aumenta. Se penso che come contributi previdenziali incassiamo circa 880 milioni, l’idea che sia lo Stato a doverceli versare un po’ mi preoccupa».
Andrea Camporese, presidente dell’Adepp, l’associazione delle Casse di previdenza porrà la questione al prossimo direttivo che sarà convocato ai primi di febbraio: «Consulteremo tutti i presidenti – fa sapere – e mapperemo la situazione; solo a quel punto saremo in grado di dare un parere in merito».
La cifra in campo è consistente; gli enti di previdenza incassano ogni anno circa 8 miliardi di contributi dai propri iscritti.
Autore: Federica Micardi – Il Sole 24 Ore