(Autore: Cristina Casadei – Il Sole 24 Ore)
Siglato accordo unitario. Le uscite, che secondo una prima stima riguardano 30 persone, avverranno con adesione volontaria e un incentivo all’esodo
Dopo il modello UnipolSai per l’accesso al Fondo di solidarietà – non siglato dagli autonomi dello Snfia e della Fna −, arriva il modello Allianz (nella foto, la sede italiana di Trieste) che ha siglato con tutti i sindacati, confederali e autonomi (Fisac Cgil, Fiba Cisl, Uilca Uil, Fna e Snfia), un accordo sul Fondo di solidarietà, istituito con l’ultimo contratto Ania. Nella premessa dell’intesa si parla di «calo dei volumi di vendita del settore danni», causato dalla crisi. Per questo l’impresa «ha comunicato la decisione di proseguire in un’operazione di riduzione degli organici con interventi riorganizzativi mirati e non traumatici». Non a caso la compagnia di assicurazioni sottolinea «l’aspetto della volontarietà che, unita all’esiguità dei numeri e ad un accordo comunque funzionale a mantenere gli organici allineati alle necessità di business, rende l’accesso al Fondo per i dipendenti interessati un’opportunità da cogliere più che un vincolo da subire, e così pure il fatto che i dipendenti interessati, nell’ordine di alcune decine di unità, godranno di benefit sostanzialmente immutati per il periodo di permanenza nel fondo».
Venendo al testo dell’accordo, innanzitutto, quindi, ci sarà l’«adesione volontaria» per coloro che «matureranno i requisiti per il trattamento pensionistico AGO entro il 31-12-2020». Chi deciderà di uscire avrà «il riconoscimento di un importo lordo una tantum pari al 5% della retribuzione annua lorda fissa» che sarà «commisurato al numero di mesi di effettiva permanenza nel fondo». Oltre all’incentivo è stato previsto anche un corrispettivo per la transazione conciliativa pari a 500 euro. Durante il periodo di permanenza nel fondo i lavoratori continueranno a beneficiare delle principali polizze assicurative previste dall’integrativo. E a mantenere mutui e prestiti, sempre durante la permanenza sul fondo. Quanto ai numeri in una nota unitaria i sindacati parlano di una trentina di persone, «numero che potrà essere aumentato in base alle richieste. Nel caso il numero dei richiedenti fosse troppo elevato», sarà usato il criterio temporale.
Per il segretario generale dello Snfia, Marino D’Angelo, «questo accordo dimostra che c’è un modo giusto di fare le cose e che si possono fare insieme, impresa e lavoratori. Un modo giusto che parte dal rispetto della scelta del lavoratore di continuare a lavorare o di andare in pensione». Nella nota unitaria i sindacati scrivono che l’accordo «è un importante passaggio per il consolidamento di quelle regole che hanno consentito di effettuare riduzioni di personale, a seguito di ristrutturazioni e riorganizzazioni varie, solo con soluzioni non traumatiche basate sulle uscite volontarie incentivate economicamente ed ora con l’accesso al Fondo di solidarietà, sempre su base volontaria. Viene totalmente esclusa ogni possibilità di uscita non volontaria». Questa, conclude D’Angelo «è la strada e mi auguro su questa strada si possa ritrovare l’unità sindacale». Chiaro il riferimento all’accordo separato in UnipolSai a cui gli autonomi hanno chiesto di riaprire il negoziato.