(di Emilio Parodi – Reuters Italia)
Credit Suisse AG ha firmato e formalizzato l’“accordo” col fisco italiano aderendo all’accertamento dell’Agenzia delle Entrate, impegnandosi a pagare 101 milioni di euro e sanando così la sua posizione fiscale, a margine dell’inchiesta per frode fiscale, ostacolo all’autorità di vigilanza e riciclaggio condotta dalla procura di Milano nell’ambito della quale l’istituto svizzero ha chiesto ora il patteggiamento.
Fonti a conoscenza del dossier avevano parlato di 104 milioni di euro, aggiungendo che il pagamento al fisco avverrà a partire dalle possime settimane e che la richiesta di patteggiamento, cui la procura ha dato parere favorevole, prevede che Credit Suisse AG versi circa 9 milioni di euro, fra sanzioni penali e confisca.
Credit Suisse in una nota ha invece comunicato di aver concordato il pagamento di 101 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate e di aver chiesto il patteggiamento per 8,5 milioni.
Ora spetterà a un gip decidere se accogliere il patteggiamento. In quel caso per Credit Suisse AG, che è indagata per il reato presupposto di riciclaggio come persona giuridica in base all’articolo 8 della legge 231 sulla responsabilità degli enti per reati ascritti a propri funzionari anche “quando l’autore del reato non è stato identificato”, si chiuderà anche la vicenda penale, oltre a quella fiscale.
Credit Suisse, in una dichiarazione di un portavoce da Zurigo, affermava nel marzo scorso (al momento della notizia dell’iscrizione della società sul registro degli indagati) che le sue “attività con clienti privati sono sistematicamente concentrate su patrimoni dichiarati” e il gruppo ha “chiare regole interne e processi per assicurare che si conduca il lavoro in accordo alle leggi in vigore in Italia. In relazione alla ‘voluntary disclosure’ approvata dal governo italiano nel 2014, Credit Suisse ha immediatamente chiesto ai propri clienti di fornire prove per dimostrare di essere in regola dal punto di vista fiscale”.
L’inchiesta, iniziata due anni fa, ipotizza che attraverso diversi strumenti, il principale dei quali un sistema di polizze assicurative di succursali di società del gruppo, circa 13.000 clienti italiani avrebbero trasferito all’estero oltre 14 miliardi di euro.
Ora, con la probabile imminente uscita di scena di Credit Suisse AG, l’inchiesta condotta dal pm Gaetano Ruta resta aperta sui clienti italiani beneficiari del sistema polizze.
Fonti investigative avevano precisato nei mesi scorsi che ovviamente non tutti i 13.000 clienti sono finiti sotto inchiesta penale: la Guardia di Finanza ha infatti controllato tutte le posizioni, per verificare e stralciare i molti che hanno dichiarato al fisco quei depositi esteri, e i molti che li hanno regolarizzati con “scudi” o con la voluntary disclosure. Allo stesso modo, avevano precisato le fonti, non tutti i 14 miliardi di euro risulteranno alla fine verosimilmente frutto di evasione fiscale.