(di Marco lo Conte – Plus24)
Cosa spinge i (pochi) 25enni aderenti a un fondo pensione a scegliere una linea garantita piuttosto che una più esposta alle azioni e al rischio? La risposta è semplice: pensione e garanzia sono sinonimi nel nostro immaginario. Il punto però emerge dai dati della Relazione Covip diffusi dal suo presidente Mario Padula pochi giorni fa.
È curioso notare in alcuni grafici come i fondi negoziali e i piani individuali pensionistici presentino un aumento dell’esposizione al rischio con l’avanzare dell’età, contrariamente a tutte le teorie correlate al life cycle, secondo le quali più è il tempo a disposizione in una scelta finanziaria o previdenziale e premiante è la scelta di asset più volatili. Il tempo, infatti, da bravo gestore, riduce il rischio dell’equity e offre (non garantisce…) rendimenti superiori.
A incuriosire è che questa dinamica non si verifica per i fondi pensione aperti. Perché no? O al contrario, cosa accomuna fondi di categoria e Pip? Anche qui chiamiamo in causa il mercato che vede raramente le reti assicurative (per i Pip) e quelle sindacali (fondi di categoria) fornire una consulenza adeguata alle esigenze dei singoli aderenti. Beninteso, con le dovute eccezioni, che riguardano per converso gli stessi fondi pensione aperti.
Colpisce il fatto che questa misleading riguardi strumenti molto diversi, con i Pip che presentano dati di raccolta annua del 18%, contro l’8% dell’intero sistema (tanto da sorpassare negli ultimi mesi i fondi pensione preesistenti per patrimonio), nonostante rendimenti inferiori a quelli di altre forme. Ma con oneri medi superiori dalle 4 alle 6 volte superiori a quelli dei negoziali: costi che dovrebbero essere correlati proprio alla consulenza delle reti.
Qualcuno dirà che il problema è relativo, visto il numero delle persone coinvolte e il riallineamento al profilo di rischio da pare dell’aderente. Il punto è che questo è un test sull’efficacia delle adesioni e delle scelte di secondo livello. Basta mettere 50 euro al mese in una forma pensionistica per mettere al sicuro il proprio reddito a fine carriera? Quando ci accorgeremo che quel denaro non sarà bastato. Allora, ci chiederemo chi non ci ha consigliato nel modo giusto (meno facile che ci si attribuisca qualche responsabilità). In ogni caso la risposta non piacerà.