Secondo quanto riporta la nota di commento all’aggiornamento COVIP dei principali dati statistici della previdenza, a fine settembre 2018 il numero complessivo di posizioni in essere nelle forme pensionistiche complementari è di 8,609 milioni; al netto delle uscite, la crescita dall’inizio dell’anno è stata di 310.000 unità (+3,7%). A queste posizioni, che includono anche quelle relative a coloro che aderiscono contemporaneamente a più forme, corrisponde un totale degli iscritti che la commissione stima in 7,9 milioni di individui.
Nei fondi negoziali si sono registrate 155.000 iscrizioni in più (+5,5%), portando il totale a fine settembre a 2,96 milioni. L’apporto maggiore alla crescita delle posizioni (circa 130.000) si è registrato nei fondi pensione con attivi meccanismi di adesione contrattuale; alle iniziative già esistenti, si è aggiunto – a partire da gennaio 2018 – anche il fondo rivolto ai lavoratori del settore dell’igiene ambientale (Previambiente).
Nelle forme pensionistiche di mercato offerte dagli intermediari finanziari, i fondi aperti totalizzano 1,431 milioni di posizioni, crescendo di 56.000 unità (+4,1%) rispetto a dicembre del 2017. Nei PIP “nuovi”, il totale degli iscritti è di 3,21 milioni, 106.000 unità in più (+3,4%).
Le risorse in gestione
A fine settembre 2018 le risorse complessivamente destinate alle prestazioni dalle forme pensionistiche complementari ammontano a 167,2 miliardi di Euro (dato che non tiene conto delle variazioni nel periodo dei fondi pensione preesistenti e dei PIP “vecchi”).
Il patrimonio dei fondi negoziali, pari a 51,2 miliardi, risulta in crescita del 3,5%. Le risorse accumulate presso i fondi aperti corrispondono a 20 miliardi, mentre i PIP “nuovi” totalizzano 30 miliardi; rispetto alla fine dell’anno precedente, l’aumento è stato, rispettivamente, del 4,2% e dell’8,7%.
I rendimenti
Nei primi nove mesi del 2018 i rendimenti delle obbligazioni governative sono risaliti in misura significativa negli Stati Uniti e minore in Europa, spiegano dalla Commissione, riflettendo il diverso orientamento delle politiche monetarie; per i titoli italiani, i premi per il rischio sovrano si sono allargati in modo consistente a partire dalla seconda metà dell’anno. Per i listini azionari, l’andamento è stato contrastato: positivo negli Stati Uniti e negativo nella maggior parte dei mercati europei; la volatilità è aumentata.
Le tendenze osservate si sono riflesse sui risultati delle forme pensionistiche complementari, penalizzati dalle perdite in conto capitale scaturite dal rialzo dei rendimenti obbligazionari. Nei nove mesi del 2018 i rendimenti aggregati, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, sono stati in media marginalmente negativi per tutte le tipologie di forma pensionistica: -0,1% e -0,2%, rispettivamente, per i fondi negoziali e i fondi aperti; -0,1% per i PIP “nuovi” di ramo III.
I recenti andamenti dei mercati finanziari incidono tuttavia in misura limitata su un periodo di osservazione più ampio. Rispetto a quanto registrato nel decennio trascorso da fine 2007, l’andamento fino a settembre 2018 ha inciso infatti solo per 0,2 punti percentuali sui rendimenti medi annui composti di tutte le forme complementari, che si mantengono largamente positivi. Nel periodo da fine 2007 a fine settembre 2018, i rendimenti sono risultati pari al 3,1% nei fondi negoziali, al 2,8% per i fondi aperti, al 2% per i PIP di ramo III. Nello stesso periodo, la rivalutazione media annua composta del TFR è stata pari al 2,1%.
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COVIP – La previdenza complementare: Principali dati statistici a settembre 2018